domenica 22 febbraio 2009

Silenzio, i bimbi dormono.

Ad affermare quanto espresso nel precedente post del 15 febbraio, sul bavaglio dell'informazione, pubblico un intervento, del 20 febbraio, dell'on. Felice Belisario dell'Italia dei Valori.

Abbiamo letto su qualche quotidiano che è stato condannato per corruzione l'avvocato inglese Mills, a 4 anni e sei mesi per aver percepito 600 mila dollari. Chi lo aveva corrotto? A sentire la confessione di Mills è stato Berlusconi, ma del Presidente del Consiglio nessuno ha parlato, e quando la sentenza è stata letta a riprendere non c'era neppure la Rai, il servizio pubblico, se non Telelombardia ed un inviato dell'Italia dei Valori.

Insomma, l'informazione in Italia è sempre più oppressa. Qual'è il dato rilevante? Che se fosse successo in America o in altre parti del mondo non ci sarebbero stati dubbi: a casa il corrotto ed il corruttore, Mills e Berlusconi. Invece cosa è successo? Che il signor Berlusconi, Presidente del consiglio, si è fatto approvare dal Parlamento una legge ad hoc, il lodo Alfano, per non farsi processare, e quindi condannare, dal Tribunale di Milano. Questa non è una democrazia reale, ma un regime che cerca di salvaguardare i potenti, in questo caso Silvio Berlusconi.

Il Presidente Di Pietro, i capigruppo di Camera e Senato e il portavoce dell'Italia dei Valori, hanno tenuto una conferenza stampa su quanto è successo ieri: c'è stata una spartizione partitocratica dei posti del Cda Rai. E' importante spartirsi i posti, nominare un direttore di rete e di testata, ma nessuno è stato presente alla lettura della sentenza contro Mills. Anche la Rai fa informazione distorta, vi è un inciucio sotterraneo, una Raiset che corre il rischio di annebbiare i nostri occhi, di chiudere le orecchie, di tappare la bocca. E' su questo che dobbiamo stare attenti. Dobbiamo ribellarci, gli italiani devono ribellarsi perché non meritano questo sistema informativo.
......... questa anomalia del sistema Italia, un'anomalia che oggi sta affogando l'informazione. La Rai non c'era. C'era la stampa estera, le televisioni estere, ma non c'era il servizio pubblico radiotelevisivo italiano: i cittadini non devono sapere. I cittadini devono avere le orecchie tappate dal Grande Fratello o da altre trasmissioni di questo livello.
.......... la Rete [
rimane] un mezzo potentissimo per far circolare le idee, le proteste e per aggregare tutti gli spiriti liberi che ci sono in Italia.

domenica 15 febbraio 2009

Il tempo per pensare. Il caso Englaro e i media.

Ho sempre considerato il tempo come il maggiore alleato del pensiero, non tanto per quanto ha potuto renderci nel corso della storia dell'uomo, quanto, per l'effetto sedativo che ha sull'eccitazione che il pensiero stesso spesso provoca se abbinato ad una certa cultura. Pertanto ho ritenuto tacere su determinate vicende per cercare di non creare ulteriore disordine attorno a questioni sensibili come quello che è stato definito il "caso Englaro".

Numerosi luminari hanno fatto a gara pur di evidenziare le loro posizioni, legate o no ad altrettanti punti di vista scientifici. La competizione mediatica, sul tema di Eluana, ha creato il caso e così sono emerse due nette posizioni contrapposte. Nello specifico, in questa sede, non si vuole esprimere una opinione netta su quella che viene ritenuta la causa più giusta, ma si vuole evidenziare la violenza, o meglio le violenze, manifestate per l'occasione.

Il silenzio, l'occasione ed il caso Mentana.

Nel mese di gennaio, in barba a tutte le pressioni dell'opinione pubblica, il governo Berlusconi ha elargito nuovi contributi agli editori. Si capisce bene come questi ultimi, siano stati tranquillizzati da tale provvedimento e come notizie sconvolgenti, come il rinnovo della forma contrattuale del lavoro dipendente (con minor controllo da parte sindacale e maggior peso sulla busta paga della parte variabile) e la totale assenza di provvedimenti realmente anticrisi, passino in sordina senza commenti o approfondimenti.

I giornalisti di razza però non possono tacere. La notizia c'è l'hanno nel sangue e non esiste bavaglio che tenga, come il grillo parlante di Pinocchio, devono dare la notizia ed esprimere la loro opinione. Ed il caso Eluana Englaro è l'occasione giusta. Tutte le testate si distraggono volutamente dalla crisi economica, dalla crisi democratica, dai problemi delle famiglie e dalle casse integrazioni a livelli record per occuparsi di un caso di disperazione umana. Dopo lunghe maratone monotematiche, il tempo sembra stringere ed i professionisti della notizia sono tutti pronti per l'ultima notizia su Eluana. La più attesa, non da tutti. Il 9 febbraio 2009 alle ore 19:35 circa, la giovane donna in stato vegetativo da 17 anni, dopo l'applicazione di una procedura medica, muore. Le maggiori testate giornalistiche, soprattutto televisive, sono ad Udine.

Tutti i giornalisti di razza escono dalle loro gabbie e fanno a gara per trasmettere la notizia, la stessa. Dopo un periodo di bavaglio, come fare a trattenersi?

E scalpita anche l'outsider di Canale5, Enrico Mentana, che in casa del premier prepara già la sua trasmissione. Non può continuare a tacere. É una questione di razza, di riconoscimento della propria identità. Il management di Mediaset però decide per il Grande Fratello 9. Mentana si dimette.

Il giorno seguente si viene a sapere che Il Grande Fratello 9 è stato seguito da 8 milioni di spettatori, contro i 5,6 ottenuti sommando l'audience di Porta a porta e dello speciale Tg4 su Eluana Englaro. Anche se non sempre, a volte il silenzio val più di mille parole.